La riflessologia plantare è un trattamento che nasce in Oriente nel 5000 a.C in concomitanza a vari altri trattamenti di stimolazione energetica come l’agopuntura, lo Shatsu, l’Ayurveda, ecc. Essa appartiene a moltissime culture ed alcuni ritrovamenti archeologici, tra cui i dipinti presenti nelle piramidi, mostrano come questa disciplina già ai tempi degli antichi Egizi fosse molto considerata e praticata. Dati i benefici rilevati anche in campo medico, diversi studi sono stati effettuati in merito a questa pratica, che ancora oggi non ha avuto un riconoscimento scientifico adeguato; per la medicina ufficiale difatti essa rimane per lo più una specificità appartenente alla cosiddetta medicina alternativa.

Storia della Riflessologia Occidentale Moderna

Già dai primi dell’800, in seguito agli studi condotti da I. Pavlov, sono stati fatti numerose scoperte in ambito neuroscientifico sui benefici della Riflessologia che ne hanno accreditato il valore terapeutico e grazie alle quali è cresciuto molto l’interesse per questa pratica.

Benvenuto Cellini, H. Head, Mackenzie, G. Calligaris (docente italiano presso l’Università di Roma) e Sponzilli (medico operante presso l’Ospedale Fatebenefratelli in Roma) sono solo alcuni dei nomi di medici che si sono occupati della sperimentazione della Riflessologia in ambito medico con applicazione su tutto il corpo. Si deve però all’otorinolaringoiatra W. Fitzgerald l’avvio della fase moderna di questi studi e la nascita della terapia zonale che ha poi portato la Riflessologia ad essere praticata in molteplici ambiti anche diversi tra loro. Fitzgerald riuscì a dimostrare di poter eliminare l’anestesia in alcuni interventi, sostituendola con pressioni applicate a varie parti del corpo con l’ausilio di uno strumento appuntito. Successivamente la terapeuta E. Ingham ha concentrato la sua attenzione sul piede abbandonando l’uso di strumenti a favore delle mani.

La Riflessologia, la neurofisiologia e il meccanismo d’azione

La Riflessologia Moderna si basa sulla suddivisione del corpo in dieci linee verticali e tre orizzontali che attraversando l’intero organismo dai piedi al capo. Le zone così suddivise permettono di riprodurre in maniera virtuale la mappa neurologica di zone sensitive comunicanti, la cui pressione permetterebbe di stimolare e/o inibire la comunicazione tra cute e organi, anche distanti tra loro, ma interessati dalle stesse fibre nervose e dagli stessi vasi emo-linfatici. Interrompere la comunicazione tra organo e cute, tra cute e cute, e tra organo e organo, oppure facilitarla è infatti il meccanismo di base che permette un processo di auto guarigione promuovendo il riequilibrio energetico e l’omeostasi a livello dei fluidi. Ovviamente l’idea di base è quella che vede l’individuo nella sua interezza, che pensa ogni zona in connessione con tutto l’organismo e che segue l’ottica per la quale il beneficio di un massaggio si dirama a vari livelli, da quello emozionale, a quello fisico fino ad arrivare al piano energetico e mentale. D’altra parte è ormai noto come la dissipazione dell’energia, dovuta spesso ad un cattivo stile di vita, sia quasi sempre alla base dello squilibrio psico-fisico, con conseguente processo disfunzionale degenerativo.

L’efficacia della Riflessologia plantare è dovuta a vari fattori:

  • stimolazione nervosa che avviene grazie all’attivazione della comunicazione tra organi, cervello e cute. La stimolazione del passaggio di energia permette infatti di incrementare tale comunicazione o di inibirla favorendo il rilassamento delle fibre nervose;
  • stimolazione ormonale conseguente all’applicazione della digito-pressione e del massaggio al piede;
  • stimolazione del sistema linfatico e sanguigno grazie alla pressione sulla soletta di Lejars, sui punti riflessi degli organi emuntori e sulle zone interessate dal sistema veno-linfatico di ritorno;
  • incremento del potenziale elettrico. La stimolazione effettuata sul piede sembra infatti aumentare e addirittura incrementare la comunicazione delle reti neurali che attraversano le varie parti del corpo.

Il trattamento

Il trattamento prevede la stimolazione e la compressione di alcuni punti riflessi del piede che sono in connessione con organi e apparati precisi, e si attua al fine di favorire il riequilibrio e la comunicazione tra zone lontane tra loro, sfruttando il segnale elettrico e biochimico. Il trattamento avviene senza olio su entrambi i piedi che sono sede di un infinito numero di terminazioni nervose. I piedi, preventivamente scaldati e massaggiati, vengono poi osservati; questo passaggio permette di verificare l’esistenza di punti depressi, calli, edemi, occhi di pernice e screpolature. Tali elementi sono spesso sintomo non solo di un cattivo appoggio o di un utilizzo di calzature errate, ma anche dell’esistenza di un blocco funzionale legato al cattivo metabolismo, o ad un’interruzione di circolazione energetica o anche ad una cattiva circolazione sanguigna e/o linfatica, ed evidenzia ovviamente la necessità di una stimolazione di quelle zone, che successivamente giungerà di riflesso a tutto ciò che si presenta in connessione con la zona massaggiata, e che produrrà una risposta motoria o secretoria automatica, indipendente dalla volontà dell’individuo che riceve il trattamento.

Indicazioni

  • piccoli malesseri generali (coliche, convalescenza, ecc.);
  • sovrappeso;
  • mal di schiena;
  • stress, ansia, agitazione, affaticamento, insonnia;
  • inestetismi dovuti a ritenzione idrica;
  • blocchi emozionali, tensioni;
  • cattiva circolazione;
  • edemi;
  • gonfiore e pesantezza agli arti;
  • soggetti anziani.

Controindicazioni

Bisogna prestare particolare attenzione alla donna in gravidanza; problematiche gravi legate al sistema nervoso; interventi chirurgici localizzati ai piedi; escoriazioni; trombosi anche sospetta; ascessi; febbre; infezioni acute; verruche; micosi; ecc.

 

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